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Don
Gianni e Fratel Benedetto ci perdoneranno per un giorno di assenza. Andremo
alla Messa delle 18.
Poi
non ci andammo, distratti dal programma televisivo che ci proponeva un gioco
con i pacchi, o un’indagine sui mestieri delle persone, o una gara di ballo
dove anche i principi partecipavano, e dove, con un po’ di abilità e di
fortuna, si poteva diventar ricchi, e poter così comperare tante cose buone e
belle.
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Quel
giorno il nostro carrello si riempì di roba conveniente. Prendi tre e paghi
due. Furono aggiunti tanti punti sulla
Carta Personale di Cliente Fedele per
avere, in seguito, dei regali inenarrabili. Quel giorno c’era l’offerta della
carta igienica. Ne prendemmo tanta, tanto da riempire il nostro ripostiglio e
sistemarla anche in cima agli armadi. Avevamo fatto un affare.
Così,
prendemmo l’abitudine di andare al Supermarket anche la Domenica mattina. In
Inverno c’era un bel tepore e d’Estate si godeva un bel fresco.
L’angolino
della nostra mente in cui, a volte apparivano Don Gianni e Fratel Benedetto,
coi loro volti severi, si faceva col passar del tempo, sempre più piccolo, ma
in proporzione, cresceva in noi la certezza della loro comprensione e del loro
perdono. Eravamo attratti da quei luoghi. Spesso la vita, là dentro, era
accompagnata da una colonna sonora con l’ultima novità della Hit Parade.
Ragazze con i pattini, vestite di bianco e di rosso, percorrevano veloci i
corridoi, servendo le casse e ascoltando i clienti fedeli, beati tra la
folla, sognanti ad occhi aperti.
Col
tempo, scordammo Don Gianni e Fratel Benedetto. Nella nostra mente il piccolo
schermo in cui apparivano, a volte, si era definitivamente oscurato e spento.
Anche la lucetta dello standby, era sparita.


Gaetano Donato